Se il poco distante paese di Triora è famoso per le streghe e ha un fascino inquietante. Apricale  è un luogo fatato, una sorta di Granburrone, dove ricaricarsi di energia positiva. Amo profondamente questo borgo, anche se non ci torno spesso quanto vorrei.

Passare lì qualche giorno significa tranquillità e quiete assoluta. Da anni progetto di comprarci una casetta, in cui rifugiarmi per scrivere, lontana dal mondo, dal caos e soprattutto dall’aria velenosa che respiro tutti i giorni a Torino.

Passeggiare per le strade, o meglio i caruggi, così tipici della liguria, richiede certo una discreta forma fisica, è tutto in salita e facilmente ti perdi in un complesso intricato di casette, con micro giardini e piccoli balconi pieni di fiori. Nell’aria sembra di sentir cantare De Andrè. La memoria storica e il romanticismo del luogo ti coinvolgono completamente. Se poi si alzano gli occhi, facilmente ci s’imbatte in installazioni fiabesche di Emanuele Luzzati.

Per dormire ci sono dei bellissimi bed&breakfast , che però conviene prenotare con largo anticipo, perché spesso in overbooking, Per mangiare invece, nel paese si trovano dei piccoli ristoranti in cui gustare  deliziose specialità liguri e bere i vini tipici del territorio.

Da Apricale si raggiungono facilmente altri borghi interessanti da visitare, come Triora e Dolceacqua, e la spiaggia delle Calandre (una delle poche spiagge di sabbia della Liguria), vicino a Ventimiglia. Ed è anche poco distante dal confine francese.

Ideale per un week-and romantico, in fuga dalla città. Specialmente in autunno o in primavera. O durante l’estate se ci si vuole prendere una pausa dalla spiaggia.

Oppure per un cambio di vita radicale fatto di lettura, scrittura e pace. 😉

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