“Due donne anziane sedevano, sferruzzando, in quella parte della veranda che una parete di rampicanti proteggeva dal sole: un viluppo di gambi e viticci fitti di fiori, contro il quale l’ardente pomeriggio pulsava come una marea di luce, in cui grappoli color arancio erano la schiuma della risacca. Al di qua della barriera colorata vi era un recesso ombroso con rozzi muri d’argilla (le pareti esterne della casa), su due lati, mentre il terzo consisteva in una panca carica di taniche di benzina verniciate, dalle quali spuntavano gerani bianchi e rosa. Attraverso il fogliame, il sole spandeva a profusione il suo oro sull’ammattonato rosso, sulle due signore, venute qui subito dopo il pranzo per rimanervi fino al tramonto a ciarlare senza sosta, con lingue irrefrenabili. Una era Mrs Quest, l’altra Mrs Van Rensberg. Martha Quest, una ragazzina sui quindici anni, sedeva sui gradini, in pieno sole, goffamente piegata nel tentativo di proteggere con la propria ombra il libro dall’implacabile riflesso.”

Martha Quest

Avevo tredici o forse quattordici anni, ed era un piovoso sabato pomeriggio di primavera. Mi aggiravo tra gli scaffali della biblioteca della mia città, che frequentavo dalla seconda elementare, e di cui conoscevo a memoria tutte le sezioni. Già allora era un’anima irrequieta, alla costante ricerca di qualcosa di nuovo, di qualcosa che mi appassionasse. Odiavo la scuola, mi sentivo un’aliena rispetto ai miei coetanei. Sensazione che perdura tutt’ora.I libri ed un angolo remoto, un davanzale di una finestra che dava sulla strada principale , dove durante fine settimana tutti si accalcavano a fare shopping, erano il mio rifugio. Con un occhio al volume e uno alle persone che sciamavano per la via, immaginavo mondi lontani, realtà in cui persone come me venivano comprese.

Fu in quel pomeriggio che conobbi Doris Lessing e la mia visione del mondo cambiò.

La sezione era quella della letteratura inglese, una delle mie preferite.  Ricordo ancora il libro : “Martha Quest”, non ricordo che edizione fosse, ma aveva la copertina blu. Lo divorai in un giorno. E m’innamorai follemente dell’autrice.

Il libro di per se è scarno di vicende, ma ricco di descrizioni di stati d’animo. Quella sensazione di gabbia e di malcontento, con cui sono nata era lì, per la prima volta. Nero su bianco.  Di seguito lessi tutte le sue opere.

Per la prima volta scoprii la condizione delle colonie africane , la tragedia dell’aids in Zimbawe, il degrado razzista del Sud Africa. Da molti era considerata una scrittrice femminista, ma lei non si è mai riconosciuta in questa definizione. Certo che trascorrere l’adolescenza  a leggere i suoi romanzi, un po’ di fiducia nel genere maschile me l’ha fatta perdere. Ma mi sono sposata lo stesso !

Nel 2007 vinse il nobel per la letteratura. E ne fui contenta come se l’avessi vinto io.

Doris ha riempito i miei pomeriggi, le mie vacanze, colmato moltissimi vuoti. Doris è un’autrice che fa bene all’anima. Cruda, complessa, poetica. Tutte le ragazze dovrebbero leggere i suoi libri. Una tappa obbligatoria nell’ “educazione sentimentale”.

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