Un po’ fa caldo, un po’ fa freddo.

Il livello di disagio cresce in modo direttamente proporzionale all’escursione termica. Ormai da Marzo, qui a Torino, nell’arco della giornata il tempo cambia in continuazione, è come abitare in Irlanda. Ma senza i benefici del caso, tipo bersi una Guinness alle cinque del pomeriggio a Temple Bar.

Gli effetti del clima sulle persone sono bizzarri, anche perché tutti tendono ad attribuire agli sbalzi di temperatura le colpe per ogni male. Ricordo, quando lavoravo in  laboratorio analisi, una paziente anziana che prese a lamentarsi con il mio collega: “non so perché, ma in questo periodo mi stanno cadendo tutti i denti!”, e lui ( con la gran faccia da culo che sempre lo contraddistingueva ) : “e signora! Sarà il cambio di stagione””, la paziente come illuminata rispose : “ha proprio ragione! Dev’essere quello!”. Io, ovviamente, rimasi senza parole.

Cambio di stagione uguale fonte di ogni disgrazia. In quanto condizione ideale per il famigerato “colpo d’aria”: mal di denti? Colpo d’aria! Raffreddore? Colpo d’aria! Malumore? Colpo d’aria! Ictus? Ma no sarà un colpo d’aria ……

Altro fondamentale problema del tempo variabile è l’abbigliamento.  Certo sarebbe facile se tutti si attenessero alla teoria di mia nonna:

“D’ist-a a va tut bin, d’invern as varda nen, quant a fioc-.a  va tut bin, per ca’ as varda nen quant a pio’ a va tut bin…”. (D’estate va tutto bene, d’inverno non si guarda, quando nevica va tutto bene, per casa non si guarda, quando piove va tutto bene).

E, mal che vada, la nonna consiglia sempre una maglia o camicia “quata tut” (copri tutto, tipo granfoulard bassetti).

Invece no, per strada vedi fantasiosi abbinamenti: sandali e cappotto, stivali e canotta, sandali e calzini, maglione e pantaloni corti, per non parlare di chi, nel dubbio, mette le infradito sia con il sole che con la pioggia. Tanto sono in gomma e quindi impermeabili.

Gli unici felici delle escursioni termiche, dei colpi d’aria e dei cultori della ciabatta, sono i farmacisti. Che, non solo vendono vagonate di Tachipirina agli incauti che non si vestono “a cipolla” , ma propinano grandi quantità di integratori di ogni sorta a rimedio per la “debolezza da cambio di stagione”.

Certo il clima torinese non è mai un clima facile. Sono certa che in altre regioni d’Italia si stia decisamente meglio.

Ma, in mancanza della Guiness a Temple bar,  vogliamo mettere il piacere di bere un Bicerin bollente alle nove del mattino, nella nebbia,  bramare un  gelato di Groom sudati e accaldati a mezzogiorno per poi correre a scaldarsi con un grappino alle dieci di sera?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *