Dalla fatidica partita di tennis, in cui il mondo ha appreso che il principe Harry probabilmente avrebbe sposato un’attrice americana, bellissima ma a me sconosciuta. Ho cercato di capire chi fosse questa Meghan Markle, scoprendo una persona straordinaria che ha tantissimo in comune con me.

Per prima cosa : genitori divorziati e padre talmente improponibile e lesivo da non poter nemmeno portarla all’altare. Stessa cosa successa a me, con grandi elucubrazioni su chi mi dovesse accompagnare. Che poi diciamo, è l’aspetto meno difficile di avere  un padre del genere o degenere che dir si voglia. Che in trent’anni te ne ha combinate di ogni. E poi ti senti ancora additare come figlia ingrata perché bisogna perdonare. Certo, è tanto facile essere un pessimo genitore e poi prendersi la gloria il giorno delle nozze. COL CAVOLO.

A undici anni Meghan scrisse una lettera ad un’ emittente televisiva, protestando per una vergognosa e sessista pubblicità di un sapone per piatti. Io a nove anni scrissi al direttore di un parco di divertimenti, in cui ci portarono in gita in colonia, protestando per le vergognose condizioni in cui tenevano dei pony, attaccati con una catena ad una giostra.

Meghan fu ascoltata e l’azienda cambiò il testo della pubblicità, la mia lettera invece fu appesa in bacheca, con grande ilarità degli animatori. La differenza, suppongo, tra il vivere negli USA e il vivere in Italia. Ma non mi arresi, e nella vita ho sempre continuato ad alzare la voce per le ingiustizie. Come l’anno della terza elementare, quando i maschi della mia classe presero la simpatica abitudine di alzarci le gonne, perché erano fissati con le mutandine. Le mie compagne proposero di risolvere mettendo solo più pantaloni, ma io no. Io mi presentai in classe una mattina, con venti paia di mutandine e ne misi una su ogni banco dei  miei compagni. Che, sgomenti, smisero di alzarci la gonna.

Le scelte sentimentali improponibili: Meghan è divorziata ed è arrivata “zitella” a trentasei anni. Io non sono divorziata e la “zitellitudine” l’ho risolta a trentuno, ma vi risparmio i dettagli sulle mie precedenti relazioni. Prima di conoscere il principe azzurro (altro punto in comune, benché mio marito non sia principe di sangue, ma altrettanto nobile d’animo).

Le critiche: ah le critiche! Avessi 1€ per ogni persona a cui sto antipatica o meglio che mi invidia, comprerei una borsa di Chanel a settimana. Seriamente, dovrebbero trovare un sistema per monetizzare l’odio.

Quando ottenni una posizione al lavoro, tutti a dire che sicuramente ero andata a letto con chissà chi. Ovviamente se il mio posto l’avesse ottenuto un uomo a nessuno sarebbe venuto in mente nulla del genere. Adesso se raggiungo qualche risultato, tutti a pensare che sicuramente è merito di mio marito che mi sponsorizza, certo, io sono qui in casa sul divano a meditare sulla vita e lui mi fa piovere le cose dal cielo.

Così come Meghan, additata come “furba” per aver impalmato il principe. Ma rendiamoci conto. Lei era pienamente autonoma, viaggiava , aveva successo sul lavoro, e per amore di Harry si è andata a impelagare in quello che, molto probabilmente, è un covo di serpi con assurde regole d’etichetta. Voglio dire. Cenerentola di cosa? Non mi risulta fosse in cucina a spolverare camini aspettando il principe. Così come me. Ho sempre lavorato, indipendentemente da quanto benestante possa essere l’uomo con cui sto . Io sono io e devo bastare a me stessa. Perché nella vita non si può mai sapere e l’indipendenza è tutto.

L’opportunità che tutte le donne hanno è di guardare a Meghan con spirito solidale. Perché che piaccia o meno è un grande esempio di forza e di emancipazione femminile.

Emancipazione che in giorni come questi, in cui ancora sentiamo parlare di femminicidi e di ogni genere di violenze sulle donne, è un tema troppo attuale per passare in secondo piano. Un tema che va costantemente portato all’attenzione delle persone.

Guardare il royal wedding per me ha significato vedere un grande esempio di emancipazione femminile. Vederla camminare verso l’altare sola, sicura di sè, fiera, un grande esempio di coraggio.

E il coro Gospel dei Kingdom Choir, una delle cose più belle e toccanti che abbia mai visto. Così come la predica sull’amore del vescovo Churry che ha citato Martin Luther King:

“We must discover the power of love, the redemptive power of love, and when we do that, we will make of this old world a new world”

Sono le donne come Meghan, la speranza per un mondo più giusto. Le donne che non hanno paura.

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